Olio Extravergine Certificato 100% Italiano: come riconoscerlo?
Oggi sul mercato è possibile trovare differenti marche di olio, molte dalla provenienza incerta. Come è possibile verificare che un olio sia certificato 100% italiano? Quali accorgimenti deve adottare il consumatore?
Olio Extra Vergine d’Oliva: alimento pregiato della tradizione italiana
L’Olio Extra Vergine d’Oliva è indubbiamente uno degli alimenti più pregiati ed amati della tradizione italiana, nonché uno degli ingredienti più utilizzati nella preparazione dei gustosi piatti della dieta mediterranea. Esso, per via delle sue notevoli virtù e dei benefici che può apportare al nostro organismo, è molto utilizzato ed amato dalle famiglie. Ma gli oli presenti sul mercato non sono tutti uguali. Spesso ci si reca al supermercato e si sceglie un po’ casualmente il prodotto, senza considerare la provenienza o il come è stato prodotto ma facendosi più che altro trascinare da sconti e promozioni. Questo è un errore perché un olio, per essere buono e fare bene, deve avere delle caratteristiche specifiche. L’Olio prodotto in Italia è sicuramente il migliore in commercio ed in particolare uno dei più apprezzati, è quello prodotto in Puglia, in particolare nella zona di Foggia, dove ulivi secolari donano i loro preziosi frutti a famiglie che preparano l’Olio da generazioni e che nella preparazione dell’alimento sono solite utilizzare ricette e metodologie appartenenti alle antiche tradizioni. Ma come si fa a capire se l’Olio d’Oliva Extra Vergine che stiamo acquistando e che abbiamo intenzione di utilizzare per le nostre ricette è un vero Olio italiano?
Olio di oliva 100% italiano: come riconoscerlo?
Per evitare possibili frodi e quindi non acquistare un olio che si spaccia per italiano ma in realtà non lo è, esistono ad oggi delle certificazioni sulla provenienza geografica del prodotto, create apposta per salvaguardare produttori e consumatori nel vastissimo settore agro-alimentare. I marchi DOP e IGP certificano l’identità territoriale degli Oli Extra Vergine d’Oliva italiani. Inoltre l’Istituto di Biologia Agroambientale e Forestale ha creato delle tecniche ad Hoc per capire quali oli sono di una certa qualità e quindi prodotti in un determinato territorio e quali altri invece non lo sono. Quelli che vengono analizzati sono i rapporti isotopici nella sostanza organica, che variano proprio a seconda dell’area di origine delle olive da cui poi nascerà l’olio. In sostanza vengono registrate le composizioni isotopiche di un determinato ambiente, composizioni che proprio per le loro peculiarità risultano essere dei potenti traccianti naturali. Questo tipo di approccio è utile fondamentalmente per due motivi: permette di creare una rappresentazione cartografica delle differenti variazioni isotopiche e diviene un importantissimo strumento di indagine. Queste nuove tecniche risultano ad oggi molto utili per capire la reale provenienza di un olio, al di là di quella che è la sua certificazione, e ci consentono quindi di evitare potenziali frodi e di acquistare prodotti di qualità e non contraffatti. In questo modo il consumatore non rischierà di incappare in prodotti falsi, magari provenienti da altre zone del Mediterraneo che non sono l’Italia, e potrà gustarsi un buon prodotto, dal gusto autentico, pieno, unico, un alimento pregiato, perfetto per aiutarlo a mantenersi in salute e per dare un sapore particolare alle sue ricette.
I recenti fatti di cronaca hanno mostrato come siano molteplici le problematiche inerenti il controllo della produzione olearia in Italia, mettendo in luce anche diverse carenze a livello legislativo riguardanti i regolamenti per la produzione di olio. I principali dubbi per i consumatori, attualmente, riguardano l’effettiva autenticità dell’olio acquistato. Infatti, la certificazione dell’olio 100% italiano non è così frequente da trovare e sempre più spesso capita di acquistare confezioni di olio che pur riportando di essere stato prodotto in Italia, non lo è completamente.
Questo è dovuto al fatto che sulle etichette non è obbligatorio dichiarare la provenienza delle olive utilizzate e quindi può capitare che un olio spacciato per italiano sia, in realtà, una miscela di olive provenienti da altri Paesi, come la Spagna, la Grecia o la Tunisia.
Approfittando di piccole falle nel sistema legislativo, che non vanno a regolamentare in modo preciso la filiera produttiva dell’olio, l’olio di oliva che viene dichiarato come prodotto in Italia potrebbe non esserlo completamente, non incorrendo necessariamente in una infrazione della legge.
Anche quando si acquista direttamente in frantoio occorre fare attenzione: infatti, essendo la produzione olearia su andamento stagionale, in presenza di condizioni climatiche avverse che abbiano influenzato negativamente il raccolto, può capitare che vengano acquistate olive da regioni limitrofe o da altri Paesi o, nei casi più gravi, che venga utilizzato l’olio degli anni precedenti, rimasto invenduto.
In questo complesso mercato produttivo, quindi, quello che il consumatore ha necessità di capire è come fare a distinguere un olio certificato 100% italiano.
Le problematiche legate alla provenienza dell’Olio di oliva
Pensiamo ad un produttore/azienda che per produrre olio acquista le olive dall’estero. L’operazione è impensabile dal momento che le olive non possono subire più di qualche giornata di trasporto perchè verrebbe compromessa la qualità delle olive stesse. Un olio extravergine di qualità si produce con olive raccolte entro le 12-24 ore.
L’alternativa per le aziende distributrici è importare olio di oliva da Paesi esteri. Anche se attualmente i controlli si sono intensificati e alla Dogana sfruttano un valido sistema di Risonanza Magnetica che rivela eventuali additivi o fitofarmaci, non abbiamo la certezza assoluta sulla qualità. In questo caso verrebbe commercializzato un olio con caratteristiche dubbie su qualità e garanzie sulla provenienza sicuramente NON 100% italiana.
La soluzione è acquistare olio presso piccoli produttori o frantoi certificati. Occorre verificare la credibilità dell’azienda e farsi rilasciare certificazioni sia sulle caratteristiche organolettiche che sulla provenienza. L’alternativa è portarsi a casa un olio di oliva dalle caratteristiche incerte.
Quali accorgimenti deve adottare il consumatore?
Partiamo dalla qualità. Tra i suggerimenti per valutare un buon acquisto, è consigliabile porre attenzione al prezzo di vendita. La produzione di un eccellente olio extravergine di oliva ha dei costi base che oscillano intorno ai 9-11 euro. Acquistare ad un prezzo inferiore si corre il rischio di non eccellere sulla qualità.
Occorre, inoltre, controllare le etichette: avendo una territorialità ben definita, molte regioni applicano alle loro produzioni il simbolo DOP o IGP. Il marchio deve essere seguito dalla dicitura “Denominazione di Origine Protetta” per il DOP e “Indicazione Geografica Protetta” per l’IGP.
La Puglia, per esempio, che è una regione con una vasta produzione di olio, utilizza marchi DOP con il riferimento alla zona di provenienza. Questo rappresenta lo strumento più importante di certificazione, in quanto per poter avere il marchio DOP o IGP serve l’approvazione del Ministero.
Pur non bastando per accertare la qualità dell’olio al 100%, questi accorgimenti aiuteranno a ridurre i rischi.
Come rilanciare la vendita dell’olio 100% italiano?
Il consumatore italiano è esigente, alla ricerca del prodotto 100% Made in Italy. Ma come è possibile rilanciare la vendita del nostro oro verde?
Il made in Italy non è sostenuto da una adeguata politica di valorizzazione e di caratterizzazione. Si rischia così di disperdere l’enorme potenziale del prodotto italiano che ha un indubbio appeal sul mercato ma non riesce a farsi riconoscere in termini equi di prezzo e di conseguente redditività per le imprese agricole. Nello stesso mondo industriale e presso alcune insegne della gdo sta emergendo una nuova sensibilità per un posizionamento diverso dell’autentico prodotto made in Italy.
Per questo è importante e prioritario rilanciare la vendita dell’olio extra vergine made in Italy, in vista della nuova campagna, una forte e coerente strategia di segmentazione dell’olio extravergine made in Italy garantendo qualità, tracciabilità e comunicazione del prodotto.
Per quanto riguarda la qualità è indispensabile introdurre nei parametri di valutazione non solo coefficienti più restrittivi e più consoni alle caratteristiche nazionali degli oli extravergini, ma soprattutto note sensoriali che escludano categoricamente quegli aromi tipicamente spagnoli fin troppo presenti in tante bottiglie di presunto made in Italy.
La tracciabilità può garantire un sistema più efficace per confermare l’effettiva origine italiana al di là delle vaghe documentazioni spesso esibite dagli operatori della trasformazione e in particolar modo quelle legate all’olio introdotto nel nostro Paese grazie ai Tpa (i certificati di traffico di perfezionamento attivo). Da questo punto di vista è importante mantenere elevata la soglia di allerta con controlli mirati ed efficaci unificando il lavoro degli organismi di controllo dai Nas agli Icq Rf, dalla Guardia di finanza alle dogane.
Uno strumento utile per il rilancio della vendita dell’olio extra vergine made in Italy sul mercato è rappresentato da un’efficace attuazione del piano olivicolo nazionale nato qualche giorno fa ma privo di due elementi essenziali: obbiettivi prioritari e dote finanziaria. Eppure le risorse ci sono perché solo una piccola parte del budget a suo tempo stanziato per le campagne di comunicazione televisiva è stato utilizzato.
Diffida degli Oli Extra Vergine d’Oliva venduti a basso o bassissimo prezzo: essi saranno sicuramente convenienti dal punto di vista economico ma un buon olio, vista la procedura per produrlo, non può essere venduto ad un costo irrisorio. E tu vuoi acquistare olio 100% italiano certificato e prodotto in Puglia? Vai qui!
A cura di Anna Angeloro.
Appassionata di scrittura, laureata in lettere e beni culturali.
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