Esiste il vero olio extravergine biologico?
Sulla produzione del “vero” olio extravergine biologico purtroppo oggi esistono giustificate perplessità da parte dei consumatori. Sia perché c’è la concreta possibilità che la produzione biologica venga contaminata dai terreni limitrofi a conduzione convenzionale, sia perché non sempre gli organismi di controllo offrono garanzie sulla certificazione. Ma vediamo di capirne qualcosa in più.
L’olio extravergine biologico esiste?
La dicitura “Biologico”, se fosse veramente rispettata da tutti, in tutti i suoi parametri di legge e con severi controlli da parte degli enti che certificano il vero biologico, rappresenterebbe una buon biglietto da visita per rendere ancora più prezioso il nostro oro verde.
In fase di acquisto, chiunque sarebbe disposto a pagare di più per avere un prodotto salutare che non contenga fitofarmaci o veleni. Ma di fronte alla scelta “bio”, il consumatore potrebbe avere dubbi sulla certificazione. Poche le soluzioni: ci si deve fidare e sperare che legge contrasti le false certificazioni.
Ma nonostate l’impegno del produttore biologico, esiste un dato di fatto: i trattamenti inquinanti della coltivazione limitrofa potrebbero influire sui parametri di valutazione del prodotto biologico.
Esiste il rischio contaminazione dai terreni a conduzione convenzionale e limitrofi?
Gli uliveti confinanti a quello biologico, vengono periodicamente irrorati con mezzi meccanici (atomizzatori) che distribuiscono, per vaporizzazione, il prodotto sulle piante di ulivo. Durante il trattamento è probabile che il vento e il getto della vaporizzazione contribuiscano a invadere l’uliveto limitrofo. In questa situazione produrre biologico “puro” è pressocchè impossibile e giustificato. L’impegno del produttore sarà quello di limitare il danno mantenendosi al di sotto di una soglia massima di contaminazione. Per limitare la contaminazione dell’uliveto dai terreni a conduzione convenzionale, una soluzione è quella di sensibilizzare i produttori limitrofi a utilizzare prodotti meno inquinanti.
L’ubicazione della coltivazione dell’uliveto rappresenta un elemento di valutazione durante una visita ispettiva dell’ente certificatore. Un uliveto da agricoltura biologica isolato o circondato da altre coltivazioni biologiche viene sicuramente classificato di classe A.
Il biologico è realmente sostenuto da finanziamenti Regionali e Comunitari?
I finanziamenti regionali e comunitari possono rappresentare un ottimo strumento per incentivare i produttori a coltivare biologico e sensibilizzarli sulla produzione di un olio salutare e di qualità. Purtroppo oggi esistono criteri non ancora chiari sui meriti e sulle assegnazioni di contributi.
Gli incentivi sono importanti semplicemente perché produrre biologico costa. L’eliminazione, ad esempio, di diserbi costringerebbe i produttori ad eseguire arature più frequenti con un inevitabile incremento dei costi di lavorazione.
Gravare sui costi di produzione comporterebbe un incremento del prezzo dell’olio extravergine per litro, con impatto negativo sui consumatori.
Insomma, offrire incentivi ai produttori di biologico gioverebbe non solo ai produttori ma anche al consumatore finale.
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