In commercio esistono diversi tipi di olio di oliva la cui differenza dipende dalla coltivazione delle olive, dalla loro provenienza geografica, dalla lavorazione, dalla percentuale di acidità contenuta nell’olio. Tra gli oli troviamo l’Olio di Sansa di Oliva, vediamo quali sono le sue caratteristiche.

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Scoprire una frode olearia è davvero così semplice? Può bastare una semplice analisi? Beh, se andiamo oltre il parametro dell’acidità, un altro altrettanto valido è quello K270. Scopriamo qual è il suo significato e i limiti consentiti dalla legge.

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Una nota rivista tedesca, Oko Test, molto seguita dai consumatori tedeschi, esegue mensilmente valutazioni su diversi prodotti che sono in commercio. Uno tra questi è proprio l’olio extravergine di oliva per testarne la qualità sia sotto il profilo legale che per il tenore di alcuni e specifici inquinanti: MOSH e MOAH. Vediamo di cosa si tratta.

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Che sia extravergine, vergine, monocultivar o blend, l’olio di oliva è il principe delle nostre tavole. Ma siamo sicuri che l’olio che ci vieni messo in tavola sia vero oro giallo? Come possiamo tutelarci dalle contraffazioni? Ecco qui la risposta a questi quesiti: l’analisi sul DNA dell’Olio di oliva. Vediamo di cosa si tratta e quali studi sono stati condotti!

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Un consumatore attento può scoprire non solo quando è stato imbottigliato l’olio, ma anche quando è stato prodotto, se è una miscela di oli di annate diverse oppure se è 100% italiano. E’ sufficiente leggere 2 informazioni sull’etichetta.

Come calcolare la data di confezionamento

La vecchia legge “Salva Olio” prevedeva che venisse indicata sull’etichetta una data di scadenza di 18 mesi dall’imbottigliamento. Cioè l’olio dovrebbe essere consumato entro 18 mesi dall’imbottigliamento.
Ora ti dimostro come con un semplice calcolo è possibile risalire all’anno di produzione dell’olio. Facciamolo insieme!

Etichetta di un olio commercializzato sugli scaffali di un supermercato

Qualche giorno fa ho prelevato da uno scaffale di un noto supermercato una bottiglia di olio, di un noto produttore, che riporta la seguente data di scadenza: 3 settembre 2019.
Se torniamo indietro di 18 mesi possiamo risalire alla data di confezionamento: 2 marzo 2018.
Poichè l’olio non si produce a marzo bensi a ottobre/novembre, quell’olio è stato prodotto sicuramente l’anno prima ovvero a ottobre/novembre 2017.
Quindi siamo nel 2019 e, applicando la legge “Salva Olio”, abbiamo scoperto che quell’olio (se ci va bene) è del 2017!

Perchè “se ci va bene”? Perchè non tutti sanno che nel 2016 è stata approvata la legge europea che rende libera l’indicazione della data di scadenza dell’olio di oliva. Cioè ogni produttore o confezionatore può indicare quello che vuole sotto la propria responsabilità! Questo dà il via alla commercializzazione di olio stra-vecchio!

Cosa ci dice l’anno di produzione sull’etichetta?

Un altro dato importante è l’anno di produzione (o di raccolta). Se NON è indicato vuol dire che l’olio è frutto di miscele di oli di diverse annate.
Ad esempio, sull’etichetta nell’immagine in alto non c’è alcuna indicazione dell’anno di produzione. Questo vuol dire che quest’olio è una miscela di oli di diverse annate.

Altra cosa strana è che l’indicazione dell’anno di raccolta non si applica agli oli di oliva prodotti in un altro Stato membro dell’Unione Europea. Quindi se non è indicato può voler dire che l’olio non è 100% italiano.

Quindi un consumatore attento può scoprire non solo quando è stato imbottigliato l’olio ma anche quando è stato prodotto, se è una miscela di oli oppure se 100% italiano. Insomma un paio di “cosette” da leggere sull’etichetta per scoprire la vera identità dell’olio!

A cura di Giuseppe Cristofaro – Produttore Olio Cristofaro

L’attenzione nei confronti di frodi e imitazioni nel mondo dell’Olio Extravergine d’Oliva resta sempre molto elevata e così molti centri di ricerca hanno dato il via a sperimentazioni tramite test analitici per scovare gli oli extravergini di oliva illegalmente miscelati con oli di oliva di qualità inferiore oppure altri oli vegetali. Com’è possibile smascherare il falso Olio Evo?

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L’analisi sensoriale è importantissima per la valutazione della qualità dell’Olio Extravergine di Oliva. Contribuisce a dare un giudizio completo sulla qualità di un olio di oliva e rappresenta un elemento di caratterizzazione e distinzione fra tanti prodotti proposti sul mercato.

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Tutti amano le fritture, croccanti e fatte con un ottimo olio di oliva ma dopo sorge un grandissimo problema: cosa farne dell’olio di oliva dopo la frittura? Molte persone scelgono gli scarichi della cucina o del bagno, ma è un gravissimo errore! Ecco allora qualche consiglio per poterlo smaltire al meglio senza danneggiare le nostre tubature e soprattutto il nostro ambiente!

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L’olio d’oliva, soprattutto quando extravergine di ottima qualità, è un alimento molto prezioso: prodotto con attenzione e metodi tradizionali, non è assolutamente comparabile con il low cost che si trova al supermercato. Ecco perché è importante compiere controlli per esser certi il prodotto che si sta portando a tavola sia quello giusto. Dunque, quali sono le analisi alle quali sottoporre l’olio d’oliva?

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Il periodo migliore per comprare olio extravergine di oliva di qualità è l’autunno quando, andando direttamente dal produttore o recandosi al frantoio, è possibile comprare olio nuovo e gustare un prodotto genuino e dalle elevate qualità organolettiche. Ma da cosa dipende il prezzo dell’olio? In generale, quali fattori influenzano i prezzi di vendita?

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Se c’è un prodotto indispensabile ed irrinunciabile per le tavole degli italiani, questo è l’Olio Extravergine di Oliva. Protagonista indiscusso della tradizione culinaria, rappresenta per tutti i Paesi delle coste del Mediterraneo, e non solo, un elemento fondamentale in tutti gli ambiti.
Peccato, però, che esistano aziende, produttori o semplici agricoltori che usano Additivi Alimentari per renderlo migliore e più resistente quando non lo è! Ma cosa sono gli Additivi e come si comportano nell’Olio Evo? Scopriamolo insieme!

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Bottiglie di olio straniero ovviamente non extravergine vendute attraverso marche italiane, ma che di Made in Italy hanno ben poco. Oli importati, di bassissima qualità, mixati e mescolati con beta carotene e clorofilla per nascondere il cattivo sapore e, colorarli….

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