Olio di Oliva a Pompei: scoperta la più antica bottiglia di Olio Evo
Ritrovata nel 2018 durante gli scavi a Pompei per poi essere depositata nel Museo Archeologico di Napoli da Alberto Angela, la più antica bottiglia contente probabilmente Olio di Oliva è stata studiata e ad oggi possiamo affermare che ciò che è stato trovato all’interno era effettivamente olio. Ma scopriamo come si è arrivati a questa enorme scoperta!
Sepolta a Pompei la più antica bottiglia di Olio di Oliva
L’olio di oliva nella Pompei del 79 d.C. esisteva già! Una scoperta fortuita che ha regalato a tutti noi un’informazione preziosa come il prodotto che è l’olio di oliva. Ritrovata nel 2018, tra dubbi ed ipotesi, finalmente possiamo accertare che i pigmenti presenti all’interno di questa bottiglia sono effettivamente Olio.
La bottiglia è stata rinvenuta durante alcuni scavi al Parco Archeologico di Pompei, conservata e mai studiata. Solo nel 2018, il divulgatore e conduttore Alberto Angela durante le registrazioni dell’episodio “Una notte a Pompei” ha portato alla luce, dai depositi del Museo Archeologico di Napoli, questa curiosa e strana bottiglia.
Da qui è iniziato il vero e proprio cammino verso un percorso durato ben due anni. Uno studio che lo scorso 2 novembre ha portato ad un risultato sorprendente: il liquido cristallizzato all’interno della bottiglia è olio di oliva.
Lo studio è stato condotto dal Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli che, grazie a moderne tecniche molecolari e della datazione al carbonio-14, si è potuta accertare la presenza dell’olio di oliva all’interno della bottiglia.
La stessa rinomata rivista “Npj Scienze of Foods” ne ha pubblicato le ricerche e l’intero studio.
Alberto Angela, fautore di questo ritrovamento, ha postato su Facebook la notizia, commentando la straordinaria scoperta:
«Era il luglio del 2018 quando mi trovavo con la troupe nel Mann, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, per girare un servizio per SuperQuark. Avevamo appena finito di filmare il settore dei reperti in vetro e, poco prima di lasciare la stanza, avevo notato una bottiglia di epoca pompeiana, in una cassetta polverosa: al suo interno intravedevo del materiale solidificato in perfetto stato di conservazione. Sono ormai 25 anni che realizzo servizi, puntate o libri su Pompei e avevo intuito subito la portata scientifica e storica di quel reperto dimenticato nei depositi. Quella bottiglia si trovava nel museo dal 1820, quando era stata scoperta durante alcuni scavi di età Borbonica e collocata in questi sterminati depositi assieme a migliaia di altri reperti. Di quella bottiglia si era poi persa la memoria e, soprattutto, nessuno l’aveva mai studiata.
Non sapevo cosa fosse quel materiale dentro la bottiglia. Essendo la sua superficie un po’ in pendenza, avevo pensato che, in origine, si trattasse di una sostanza liquida e che la bottiglia, nella violenza dell’eruzione, fosse stata sepolta semi adagiata, rimanendo in quella posizione per secoli e portando quindi il liquido a solidificarsi “inclinato”. Avevo fatto subito contattare il direttore del museo Giulierini, che si era mostrato, come me, entusiasta del ritrovamento. Sebbene la forma della bottiglia facesse pensare a dell’olio o a del vino, non potendo essere certi sulla natura del contenuto, non ci eravamo sbilanciati. Ora, a distanza di due anni, sono lieto di condividere con tutti voi la notizia che le ricerche si sono concluse e che, effettivamente, quella bottiglia contiene olio di oliva. Anzi, l’olio di oliva più antico del mondo».
L’olio di oliva contenuto all’interno della bottiglia, grazie alle alte temperature dovute all’eruzione del Vesuvio e ai cambiamenti avvenuti durante il corso dei secoli, ha visto la modificazione chimica del liquido ormai solidificato. Modificazioni che riguardano i grassi:
- I trigliceridi si sono scissi in acidi grassi
- Gli acidi grassi insaturi si sono ossidati
- Formazione di estolidi
Il più antico campione di olio di oliva è oggi conservato al Mann, il Museo Archeologico Nazione di Napoli. La più antica bottiglia contenente il più grande prodotto dei giorni nostri, mai rinvenuta fino a qualche giorno fa. La prova assoluta che l’olio di oliva era uno dei prodotti più usati all’epoca e che faceva parte dell’alimentazione quotidiana di tutte le popolazioni del bacino Mediterraneo.
Questa scoperta, quindi, ci lascia pensare che l’olio avesse una funzione culinaria e di conseguenza benefica per la salute del popolo.
Una risorsa che fa oggi della nostra tradizione qualcosa di ancora più antico.
A cura di Anna Angeloro.
Appassionata di scrittura, laureata in lettere e beni culturali.
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