Food and Drug Administration: l’olio evo è un farmaco!
È tutto vero ed è finalmente accaduto! L’olio extravergine di oliva da alimento salutare è diventato alimento medicinale grazie all’ente governativo che vigila sulla regolamentazione dei prodotti alimentati, Food and Drug Administration (FDA). Scopriamo insieme cosa è accaduto in questi giorni e che ha visto nell’Olio Evo uno straordinario protagonista!
Studi attestano che: l’Olio Evo diventa un’importante medicinale
Da qualche giorno la notizia è su tutti i giornali. La statunitense Food and Drug Administration (FDA), il rigido ente governativo che controlla la regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, che saranno distribuiti sul suolo americano, ha rivisitato la definizione di Olio Extravergine d’Oliva da alimento salutare a medicinale.
Gli americani non hanno chiuso le porte alle sempre più molteplici e dure evidenze scientifiche di validità clinica dell’oro giallo nella difesa di dannose malattie cardiovascolari e deficit cognitivi tipici dell’anziano, oltre che nel ridurre il rischio del diabete mellito di tipo II.
E sicuramente non tutti sanno che l’assunzione quotidiana di Olio Evo è utile a ridurre il rischio di cancro alla mammella grazie alle sue proprietà anti-infiammatorie e nutrigenomiche.
FDA stabilisce che è sufficiente ingerire ogni giorno, ed entro massimo 12/18 mesi dall’estrazione, secondo la legge italiana (Legge n.9/2013, art.7), dalla data d’imbottigliamento del prodotto, 2 cucchiai (23 grammi) di Olio Extravergine d’Oliva con un contenuto di acido oleico tra il 70 e l’80%, crudo e lavorato a freddo, per garantire al nostro organismo l’assunzione di almeno:
- 17.5 grammi di acido oleico, un importante acido grasso monoinsaturo della famiglia degli omega
- 9, 4.5 milligrammi di vitamina E, un noto antiossidante liposolubile
- 10 milligrammi di efficaci polifenoli (tra tutti l’oleocantale, il tirosolo, l’idrossitirosolo e l’oleaceina), potenti modulatori dell’espressione di geni protettivi in modo epigenetico (senza modificare la sequenza del DNA), che abbondano (>600mg/kg di olio) in specifiche varietà di olivo, come le pugliesi e le toscane.
Un’innovazione tutta italiana parla di Olio Evo
Nonostante il coraggio nell’innovare è tutto americano, le evidenze scientifiche a supporto dell’innovazione sono italiane.
Nel 2016 è stato dimostrato da un gruppo di ricercatori dell’Università Aldo Moro di Bari che la singola assunzione da parte di soggetti sani, al mattino e a digiuno, di 50 millilitri (44 grammi) di Olio Extravergine di Oliva favorisce il termine di microRNA (miR; i più piccoli RNA in natura che bloccano l’espressione di specifici geni) ad azione anti-infiammatoria (miR-23b-3p) e anti-tumorale (miR-519b-3p), mentre inibisce l’espressione di microRNA che favoriscono l’insorgenza della resistenza all’insulina (miR-107).
Per chi è interessato, è bene ricordare che 23 grammi di Olio Extravergine d’Oliva assicurano l’apporto di poco più di 200 calorie. Pertanto, l’olio di oliva dovrebbe essere il condimento esclusivo di una dieta bilanciata e povera di grassi, come quella Mediterranea oppure quella DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension), per evitare un eccessivo guadagno di calorie da grassi.
Gli studi a supporto della decisione della FDA erano sotto gli occhi di tutti da anni e dimostrano che la sostituzione nella dieta di alcuni acidi grassi saturi, come quelli a lunga catena (ad esempio, l’acido palmitico e l’acido miristico), con giuste dosi di acido oleico e/o acidi grassi polinsaturi (ad esempio, gli omega 3) riduce di moltissimo i livelli sierici di colesterolo totale e colesterolo LDL, tra le principali cause di aterosclerosi. Gli effetti sul colesterolo HDL , invece, sono ancora tutti da verificare.
Qual è la corretta alimentazione?
Ecco quali sono le precauzioni da usare per non danneggiare l’olio Evo al fine di non modificare il suo potenziale nutraceutico.
L’olio di oliva preferisce:
- Essere conservato a una temperatura tra i 14 e i 18 gradi, mentre non ama temperature elevate oppure vicine o inferiori allo zero
- Essere conservato in piccoli (massimo 500 millilitri) contenitori ben chiusi, sempre puliti, di vetro (opaco o scuro), di porcellana o di acciaio inox, in luoghi freschi e lontani da contaminazioni aromatiche. Sebbene la latta sia un buon compromesso per brevi periodi, la plastica per alimenti non dovrebbe essere mai utilizzata. Ricordando, però, che nella ristorazione la legge italiana legge 161 del 30 ottobre 2014 (articolo 18, comma 1 c) prescrive l’uso di contenitori chiusi, etichettati e non rabboccabili, mentre vieta l’uso di gradevoli e artistiche ampolle o oliere “domestiche”
- Non essere a contatto con l’ossigeno e per questo non farlo residuare a lungo in contenitori mezzi vuoti, anche se ermeticamente chiusi
Un’importante studio ha fatto dell’Olio Evo un alimento non solo salutare ma addirittura vicinissimo all’ambito medico. Tutto questo è interessante, cosa ne pensate? Scriveteci!
A cura di Anna Angeloro.
Appassionata di scrittura, laureata in lettere e beni culturali.
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