Olio DOP e IGP: cosa sono?

cosa è l'olio evo IGP?

In Italia vengono commercializzate, ogni anno, tonnellate di olio di qualità eccellente, migliaia i produttori a cui viene riconosciuto il lavoro, gestito da rigorose regole di produzione. Organismi di controllo indipendenti. Tutela e protezione nei riguardi dei consumatori, da parte delle istituzioni italiane ed europee. Garanzie sulla provenienza delle materie prime. Protezione contro le numerosissime contraffazioni.
Questo, il mondo delle DOP e delle IGP. Sai però cosa significano queste sigle?

I nuovi consumatori: le donne e i giovani

Bisogna riconoscere, senza alcun dubbio, che l’immagine del consumatore-tipo, nel corso del tempo è molto cambiata!
Negli anni del boom economico immediatamente successivi al secondo dopoguerra è il maschio, adulto, padre di famiglia, l’unico autorizzato a effettuare acquisti importanti e a supervisionare quelli quotidiani, l’unico ad avere libero accesso al budget di casa.
Oggi abbiamo detto addio al consumatore-capofamiglia per aprire le porte a nuove tipologie di acquirenti: alle donne, tanto per cominciare, con l’affermazione della propria emancipazione e soprattutto, con il progressivo ingresso nel mondo del lavoro ma anche ai giovani, i nuovi protagonisti dello shopping online e ai consumatori evoluti, sempre più informati, attenti alla propria salute e oculati nelle proprie scelte!

Occhio alle etichette: ecco cosa leggere!

Non sappiamo a quale tipologia di consumatore tu appartenga, tralasciando le questioni di genere (maschio-donna). Se vaghi tra gli scaffali reali o virtuali di un supermercato, confuso e disorientato oppure sei iperinformato, scaltro combinatore di canali d’acquisto diversificati, attento non solo al prezzo, o amante di consumi salutistici.
Tuttavia la nostra parola d’ordine è sempre la stessa, occhio alle etichette! In particolar modo a quelle apposte sui prodotti agroalimentari e nello specifico, sulle bottiglie di olio extravergine d’oliva!

Vuoi imparare a riconoscere un ottimo olio extravergine di oliva a partire dall’etichetta?
Inizia con l’applicare queste semplici regole d’oro!

  1. Ti sembrerà banale ma guarda se sull’etichetta compare la scritta “olio extravergine d’oliva”, seguita da aggettivi caratterizzanti come denocciolato, fruttato e dolce, oppure piccante e leggero.
  2. Identifica l’Azienda, se la dicitura indica Frantoio oleario sarai sicuro di acquistare direttamente dal produttore oppure, se si specifica Ditta “Rossi” o Oleificio“Rossi” vorrà dire che l’azienda si occuperà soltanto di commercializzare l’olio.
  3. Guarda se compare la scritta DOP o, IGP o, prodotto in Italia da olive coltivate in Italia. Queste diciture (che esamineremo dettagliatamente più avanti) riguardano la designazione di origine di un prodotto.
  4. Guarda la campagna di produzione, che deve essere quella dell’annata di molitura delle olive, in corso.
  5. Guarda la data di scadenza che è obbligatoria per tutte le aziende e, la data di confezionamento che è facoltativa.
  6. Guarda i parametri chimici, come l’acidità, il numero dei perossidi eccetera. Tali caratteristiche, identificano nel dettaglio la qualità del prodotto stesso.
  7. Guarda se sono riportate le diciture, facoltative, UNI EN ISO, la dicitura ad esempio UNI EN ISO 9001 si riferisce alla normativa di certificazione aziendale appartenente all’azienda stessa. Oppure la dicitura UNI EN ISO 14001 si riferisce alla normativa di certificazione ambientale che l’azienda detiene.
  8. Un’ulteriore certificazione importante è quella di prodotto con la quale si ci si assicura che le caratteristiche riportate sull’etichetta corrispondano esattamente al prodotto all’interno della bottiglia.
  9. Guarda se sull’etichetta è riportata la varietà delle olive impiegata nella produzione dell’olio extravergine che, ne designa l’origine geografica e territoriale.
  10. Guarda la scritta che identica il confezionamento, la scritta “prodotto e confezionato” garantisce che l’olio sia stato appunto “prodotto e confezionato” dalla stessa Azienda, diversamente può indicare che l’olio sia stato confezionato dall’Azienda ma non prodotto dalla stessa.

Acronimi DOP ed IGP per l’olio evo: significato

In Italia vengono commercializzate, ogni anno, tonnellate di olio di qualità eccellente, migliaia i produttori a cui viene riconosciuto il lavoro, gestito da rigorose regole di produzione.
Organismi di controllo indipendenti.
Tutela e protezione nei riguardi dei consumatori, da parte delle istituzioni italiane ed europee.
Garanzie sulla provenienza delle materie prime.
Protezione contro le numerosissime contraffazioni.
Questo, il mondo delle DOP e delle IGP, denominazioni nate in Europa nel 1992, una realtà di cui sempre più consumatori si sono accorti, preferendo la garanzia e la qualità di un olio certificato DOP e IGP. Oli che fanno la differenza!

Sai però cosa significano queste sigle? Niente paura te lo diciamo noi!

DOP (Denominazione di Origine Protetta)

Distingue specialità agroalimentari, il cui processo produttivo, dalla materia prima al prodotto finito, deve avvenire totalmente, in un area geografica ben delimitata e quindi non è riproducibile al di fuori della stessa. In altre parole l’olio di oliva DOP deve essere fatto con olive prodotte e trasformate nella zona riconosciuta DOP. Assoluta importanza acquista l’ambiente geografico di produzione che deve comprendere sia fattori naturali che umani (conoscenze e tecniche locali), con i quali si ottiene un prodotto unico e inimitabile!

IGP (Indicazione Geografica Protetta)

Distingue specialità agroalimentari caratterizzate dal fatto che una o più fasi significative del processo produttivo (non tutte come previsto per la DOP) si svolgono in una determinata area geografica. E’ il caso, ad esempio, dello Speck dell’Alto Adige la cui carne può provenire da suini di tutta Europa.
Come per il marchio DOP, anche i produttori IGP devono attenersi a rigide regole, il cui rispetto è garantito da un organismo indipendente di controllo.

Il disciplinare di produzione per DOP e IGP

L’olivicoltore la cui azienda si trova in un territorio che ha ottenuto il riconoscimento DOP e che intende commercializzare la propria produzione di olio con tale marchio, deve attenersi ad uno specifico disciplinare di produzione e sottostare al controllo di un Ente di Certificazione indipendente, appositamente incaricato e riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

Il disciplinare di produzione contiene tutte le norme di coltivazione dell’oliveto, dalla raccolta al confezionamento dell’olio che, devono essere rigorosamente rispettate per ottenere il marchio olio DOP.
Ottenuta la denominazione essa è periodicamente soggetta a diversi controlli di conformità al disciplinare di produzione da parte di un’Ente di certificazione, il Consorzio di tutela che vigila sulla commercializzazione di prodotti tutelati dalla denominazione di origine protetta.

Olio extravergine DOP e IGP in Italia

Ad oggi, gli unici oli d’oliva Italiani che hanno ottenuto il riconoscimento IGP sono quelli Toscano e Pugliese, mentre esistono in Italia numerosi oli EVO a marchio DOP. In Europa l’Italia domina in classifica con 43 DOP e 2 IGP, seguono a dovuta distanza, Grecia con 27 e Spagna con 26 riconoscimenti.

Il primato nazionale spetta alla Sicilia con 6 denominazioni, seguito da Puglia e Campania con 5, da Toscana e Lazio con 4 e da Calabria e Abruzzo con 3 riconoscimenti.

Denominazioni geografiche e conseguenti vantaggi

I marchi DOP e IGP istituiti con il Reg. CEE 2018/92, recentemente sostituito dal Reg. Ce 510/ 2006 quindi, sono un mezzo che, l’UE ha messo a disposizione delle imprese agroalimentari, di tutela e differenziazione delle produzioni “tipiche” le cui qualità sono strettamente connesse al territorio di appartenenza. I vantaggi per l’introduzione di questo tipo di tutela sono essenzialmente quattro:

  1. il crescente interesse dei consumatori verso i prodotti tipici, considerati normalmente più genuini e salutari rispetto a prodotti di sconosciuta identità;
  2. l’utilizzo di tali marchi da parte delle imprese come strumento di differenziazione qualitativa per sfuggire alla concorrenza sul mercato dei costi di produzione;
  3. l’acquisizione di “elevata reputazione” di cui molti prodotti tipici godono che, permette agli stessi, una tutela dalle imitazioni e nel contempo fornisce ai consumatori un’informazione corretta e leale;
  4. un consequenziale sviluppo rurale del territorio di appartenenza di un prodotto agroalimentare, per mantenerne sempre vive culture e tradizioni, garantendo inoltre visibilità ad intere aree che diversamente rimarrebbero svantaggiate e sconosciute a molti.

“Non solo canta il vino,
anche l’olio canta
vive in noi con la sua luce matura
e fra i beni della terra faccio mia,
o Olio,
la tua inesauribile pace, la tua essenza verde,
il tuo ricolmo tesoro che
discende dalle sorgenti dell’ulivo”
(Pablo Neruda)

Hai ancora dubbi riguardo al significato di questi due acronimi DOP e IGP? Esponili pure alla nostra redazione!
A cura di Anna Patella,
laureata in Sociologia della comunicazione.

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