Molti li chiamano sommelier dell’olio, chi degustatori d’olio, chi oleologi. Questa figura è sempre più presente, diffusa e apprezzata nel settore gastronomico e della ristorazione.
Ma effettivamente cosa ha di speciale l’assaggiatore di olio d’oliva? È un importante aiuto nel sondare l’universo fatto di olio e olive.
Amaro, piccante, fruttato o dal sapore di erba tagliata e di pomodoro. Le diverse tipologie tra cui districarsi sono infinite e quindi: come si diventa assaggiatori di olio di oliva?
Scopriamolo insieme!

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Non bisogna essere degli esperti per capire un buon olio extravergine di oliva. Prova ad allenarti un po’ di volte, e con i nostri consigli sarai in grado di distinguere un cattivo olio da uno decisamente migliore.

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Questo mix insalubre di olio vergine e raffinato è quello che in genere troviamo sugli scaffali nei supermercati: prezzo basso, una dicitura “olio di oliva” e la tentazione di acquistarlo è tanta. Ma cosa stiamo portando sulla nostra tavola? Cerchiamo di capirlo analizzando singolarmente i due tipi di oli.

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Scegliere olio di oliva DOP significa preferire un prodotto locale le cui caratteristiche qualitative dipendono esclusivamente dal territorio di provenienza. Ma cosa si intende per olio di oliva dop?

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E’ vero, l’olio extravergine di qualità costa e il tuo budget di spesa non riesce a soddisfare il tuo desiderio di degustare l’olio vero. Se proprio hai deciso di accontentarti, prima di riporre la tua bottiglia di olio nel carrello osserva bene la data di scadenza indicata sull’etichetta e fai questo calcolo: forse rimarrai sorpreso!

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Olio di oliva comunitario o italiano? Prodotto di eccellenza Made in Italy l’olio extravergine di oliva è conosciuto in tutto il mondo per le sue caratteristiche benefiche per il benessere del nostro organismo e per le sue fragranze intense.
Scopri perché dovresti preferire sempre l’olio extravergine italiano a quello comunitario!

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Acquistare l’olio extravergine di oliva sfuso mediante macchine self service è possibile, ma ci sono alcuni accorgimenti di cui deve tener conto sia il consumatore che il venditore. Vediamo quali.

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Nel vasto panorama delle politiche aziendali i concetti di “qualità” hanno assunto un’importanza strategica per tutte quelle imprese che operano nei mercati sempre più caratterizzati dalla crescente globalizzazione dei gusti del consumatore. In particolare rilievo si pone il mercato dell’olio extra vergine di oliva. Continua a leggere

Nel vasto scenario dei sistemi di certificazione, appare determinante dare l’impulso ad una più ampia segmentazione della qualità degli oli extravergini, sia per la crescita del settore, sia per le maggiori opportunità offerte ai consumatori che disporranno di un parametro in più per apprezzare quelle imprese che sanno differenziare ed elevare la “qualità” delle produzioni.

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Lo sanno tutti: l’olio pugliese è un’eccellenza del made in Italy. Ma la normativa sull’etichettatura impedisce di usare la dicitura “pugliese”. Scopriamo come stanno le cose.

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E’ la capacità di ricostruire la storia e di seguire l’utilizzo di un prodotto mediante identificazione documentate relativamente ai flussi materiali ed agli operatori di filiera. E’ l’identificazione delle aziende che hanno contribuito alla formazione di un dato prodotto alimentare basata sul monitoraggio dei flussi di materiali dal produttore della materia prima al consumatore finale.

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Molto spesso la scelta dell’acquisto di un olio di oliva si basa esclusivamente su alcune diciture indicate in etichetta. I termini: extravergine, prima spremitura, spremuto a freddo, colore, DOP ecc… rappresentano quei termini che in qualche modo influenzano il nostro acquisto. Ma vediamo di capirci qualcosa in più!

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